-    Rialzati Italia- C'e' Alleanza tra la gente!http://anpellezzano.blogspot.com - Ti aspettiamo!
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12/11/08

CAMERATA COLUCCI: PRESENTE!

Si è spento all' eta di 73 anni l' On. Nino Colucci.
Guida politica, spirituale, morale, maestro di vita, acuta voce del foro Salernitano. Per anni consigliere comunale, parlamentare per tre legislature, prima del MSI di AN poi, federale a Salerno.
Salerno ha perso un padre, una guida, in tanti hanno perso un Amico, un Amico schietto, sincero.
Ciao Nino... resterai tra la gente.
Cosi recita un manifesto, ci associamo a questo saluto, compendio della sua personalità.
Il circolo di Alleanza Nazionale di Pellezzano onora la sua memoria.

Angelo Avallone

31/05/08

GIORGIO ALMIRANTE

Il 22 maggio 1988 a Roma, veniva a mancare Giorgio Almirante.

Il circolo territoriale di Pellezzano "Mimi Torelli" ricorda e onora la sua memoria.

09/04/08

PDL CHIUSURA CAMPAGNA ELETTORALE A SALERNO

05/03/08

Fini a Salerno



Domenica 9 Marzo alla ore 10.00 in Piazza Portanova, Salerno.


L'On. Gianfranco Fini in comizio.

18/02/08

PDL E PD, TRA VECCHIO E NUOVO



di Avv. Angelo Cennamo.


Qual'è il suo obiettivo ? " Quello per cui ho fatto AN, scelta di cui rivendico la coerenza anche nell'accenno all'approdo nel Ppe già presente nelle tesi di Fiuggi : unire in un unico soggetto politico la tradizione alternativa alla sinistra". Così Gianfranco Fini risponde alla giornalista Paola Di Caro, nell'intervista pubblicata oggi sul Corriere della sera. Fini, dopo aver superato lo choc del predellino, sembra aver ritrovato l'intesa con il cavaliere e guarda allo storico ed ambizioso progetto del partito unitario con estrema determinazione. Non farà parte del Pdl l'Udc di Casini : " Credo che il divorzio con l'Udc dipenda da un forte contrasto personale tra Casini e Berlusconi", aggiunge il presidente di AN. Ma la scelta isolazionista dell'ex presidente della camera potrebbe far perdere al suo partito diversi eletti e, soprattutto, tanti elettori. La diaspora in Sicilia, ad esempio, è già cominciata. Alcuni esponenti di spicco dell'Udc sicula non avrebbero gradito la svolta autonomista di Casini e starebbero emigrando nel Pdl al seguito di Carlo Giovanardi, tra i primi ad abbandonare lo scudo crociato. Il rischio corso da Casini è alto : il superamento degli sbarramenti del 4% alla camera e dell'8 % al senato non sono affatto scontati. Così come non è scontata la fusione delle forze centriste in un'unica lista. Mastella sarebbe, infatti, intenzionato a correre da solo contro tutti. Berlusconi, intanto, prova a ridimensionare la portata del divorzio, sicuro di farcela anche senza i voti dei suoi ex alleati.Sull'altro fronte, Veltroni è salito sul pullman che lo porterà in tour per le province italiane. A Pescara la prima tappa. L'ex sindaco di Roma annuncia una clamorosa rimonta nei sondaggi - 2 punti in 6 giorni - e si propone come il fautore della discontinuità che serve al paese. Il programma del PD prevede tagli alle tasse, rilancio dell'economia, opere pubbliche e più sicurezza. Ma se il copia incolla con l'altro programma, quello del Pdl, è ben riuscito nella forma, appare a dir poco inverosimile che il partito di Prodi e di tre quarti dei ministri di questo governo possa promettere il contrario di quanto abbia prodotto la medesima torre di babele negli ultimi venti mesi di legislatura. Veltroni è un bravo comunicatore; in tv buca il video anche meglio del suo avversario. Con la sua faccia da bravo ragazzo, da persona perbene, cresciuta tra i cineforum e le biblioteche dell'Arci, sa infondere fiducia ed entusiasmo. Veltroni è abile nel riciclarsi sempre e a far dimenticare la sua ultratrentennale carriera di ex pci, ex Ds ed ex Ulivo. Quando lo vedi, sembra che sia la prima volta. Ti chiedi : ma dov'era prima?. Stavolta, però, il messaggio di Walter stenterà ad essere compreso. Troppo grandi sono stati i disastri dei suoi compagni di pullman, troppo poco tempo è passato dalla caduta del suo presidente.

06/02/08

L' agonia è finita


di: Angelo Avallone

Dopo quasi due anni di fallimentare governo di centro sinistra e dopo l'esporazione di Marini, che più che cercare consensi intorno ad una legge elettorale, sembra cercasse l'elisir di lungo vita, siamo davanti alla possibilità di voto per Domenica 13 Aprile, oggi stesso Napolitano dovrebbe firmare il decreto di scioglimento delle Camere.

28/01/08

CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA

Pubblicato da: http://destra-italia.blogspot.com

Giugno 2006: alle elezioni politiche, con "risicati margini di vittoria" e "fatti strani" da codice penale, il centrosinistra canta vittoria. Le urne, a quanto sembra, gli danno una maggioranza ampia alla Camera, da cardiopalma al Senato.Dicembre 2006: si approva la Legge Finanziaria. Agenzie di stampa ed il centrodestra anticipanoquella che sarà una vera e propria stangata!Anno 2007: ogni riforma da approvare, quando arriva in Senato, è come un sei al superenalotto.Un senatore da recuperare (come un calciatore infortunato) e la speranza che, alla votazione, i senatori a vita siano vivi. Le scelte in politica estera, poi, fanno da cornice ad una situazione economico - finanziaria - amministrativa disastrosa, seppur gli annunci da parte governativa siano di tutt' altra musica. I miglioramenti avvengono solo in Europa, mentre l' Italia, con una burocrazia lenta e le tasse alte, pena ad andare avanti.La gente, chi più chi meno, si accorge che le tasche sono più vuote che mai: le tasse hanno mangiato un' altra fetta degli stipendi, i mutui aumentano, aumenta tutto, anche se non tutto derivante dal petrolio. Solo gli stipendi sono in diminuzione.Gli annunci su possibili "tesoretti" servono solo a dare "fumo negli occhi" alla gente: soldi che ci sono, poi non ci sono più, poi ricompaiono! Viene fatta la spartizione dei pani e dei pesci, ma nessuno sa chi possa aver beneficiato di tali elargizioni: l' unica cosa certa è che il nostro ormai ex ministro delle finanze faceva "giochetti di prestigio" da far rabbrividire persino Silvan!Gennaio 2008: i conflitti interni alla maggioranza scoppiano. Il ministro Mastella viene scelto come capro espiatorio di una situazione particolare: in conseguenza di ciò si dimette, portando il suo gruppo fuori dal Governo e puff ... la maggioranza, già risicatissima, non c' è più!Al premier Prodi, dopo le votazioni alla Camera e al Senato, non rimane altro da fare che rassegnare e rassegnarsi alle dimissioni.In molti diremmo: "Finalmente, era ora!"

Come ai tempi di Antonio La Trippa (o forse peggio)

TRATTO DA: IL BLOG DI MARCELLO FOA http://blog.ilgiornale.it/foadel 25/01/08


Ma doveva proprio finire così? Lo svenimento di Cusumano, con improvvisa rianimazione al momento del voto, gli sputi, gli insulti, due senatori che festeggiano in aula a spumante e mortadella. E nel centrosinistra, i tentati inciuci dell’ultima ora per recuperare Mastella offrendogli una trentina di poltrone privilegiate negli enti statali e parastatali; l’inopportuna indignazione di Marini che tra l’altro parla un italiano disarmante (ma che razza di presidente del Senato abbiamo? E questo dovrebbe essere il primo ministro di garanzia? Ma per carità). E ancora: insulti, Mastella che cita Neruda, sberleffi. Una sceneggiata indegna che ovviamente ha mandato in estasi i giornalisti stranieri. Ho fatto un giro tra i siti americani, inglesi, francesi e quasi ovunque campeggiava la foto di Cusumano svenuto. Purtroppo gli articoli sull’addio di Prodi, corredati da titoli ironici, erano ai primi dieci posti tra quelli più letti di Time e New York Times. Insomma, abbiamo rimediato l’ennesima figuraccia. Stamattina ho pensato: siamo tornati ai tempi di Totò, quello di Antonio La Trippa, che di seguito vi ripropongo in due passaggi esilaranti. Mi domando: il tempo è passato invano? Forse oggi è persino peggio: La Trippa era un personaggio caricaturale, Cusumano e Barbato senatori di lungo corso.E se si andrà a votare, è troppo pretendere dai leader di partito che candidino politici persone perlomeno decorose? Resteremo per sempre un Paese incivile?

17/01/08

Un calcio in culo a Voltaire e Benedetto XVI non parlerà!


Scritto da: Avv. Angelo Cennamo
Pubblicato da www.destraitaliana.eu

Benedetto XVI non farà visita alla università romana de La Sapienza. La decisione è stata presa dopo che 67 docenti, sostenuti da un’orda di studenti indottrinati al comunismo e al laicismo più intollerante, hanno manifestato contro la partecipazione del Pontefice all’inaugurazione del nuovo anno accademico.

Al grido di ” Via il Papa”, un manipolo di teppistelli, più avvezzi ai centri sociali che alle aule universitarie, hanno imposto la propria volontà a quella di migliaia di altri studenti e docenti, laici e cattolici, costringendo la Santa Sede a fare dietrofront. L’episodio ha già fatto il giro del mondo e sta ponendo al centro del dibattito di quste ore l’inquietante clima oscurantista ed inquisitorio che nel nostro paese sta riprendendo corpo nel solco delle atmosfere illiberali sessantottine. Ricorre, infatti, quest’anno il quarantennale della rivoluzione giovanile del maggio francese e la visita di J. Ratzinger alla Sapienza rappresenta per gli emuli, più o meno consapevoli, di quel filone culturale, fatto perlopiù di intolleranza e di squadrismo, una buona opportunità per manifestare il loro assoluto nichilismo, fatto di vuoti, di avversione per ogni forma di confronto libero e civile. Il tutto all’insegna di una presunta laicità, parola mal interpretata o, per meglio dire, ai più sconosciuta. E pensare che nelle università italiane hanno pontificato ex br come Curcio e Scalzone, islamisti collusi con il terrorismo internazionale, ex rifugiati politici e diversi pluricondannati per delitti gravi come banda armata ed omicidio. Il papa no. Lui non può perchè cattolico. Perchè il suo pensiero non interessa a quel branco di teppistelli e a quei 67 docenti comunisti, più o meno vicini ai partiti della estrema sinistra, la stessa che da oltre 40 anni all’università ci ha messo le radici, appropriandosi di tutto, anche dei bandi di concorso. Quella scritta oggi è una delle pagine più nere della democrazia liberale italiana ed occidentale. Un salto all’indietro che fa sprofondare il nostro paese nel peggiore oscurantismo preilluminista. Un calcio in culo a Voltaire e al suo trattato sulla tolleranza. Un calcio in culo a migliaia di trattati di filosofia e di storia europea, grazie ai quali oggi possiamo sentirci uomini liberi e civili, ovunque tranne alla Sapienza.

16/01/08

Buon Compleanno Costituzione.



Scritto da: Angelo Avallone Pubblicato da: http://destra-italia.blogspot.com
Il primo gennaio 1948 entrava in vigore la nostra Carta Costituzionale. Quindi essa ha compiuto sessanta anni senza dimostrarli per nulla. Spesso disattesa, spesso criticata, altre volte oggetto di midifiche spesso giustificate, ad esempio quella del 1993 avente ad oggetto l’art.68, inerente le immunità, altre totalmente criticabili, si veda riforma, del resto necessaria, del titolo V.
Da ammirare in essa la lungimiranza dei costituenti, i quali hanno saputo condensare in poche righe concetti per i quali ci sarebbe voluto molto piu inchiostro, quali solidarietà sociali, uguaglianza sia formale che sostanziale, sussidiarietà, diritti civili e politici, difesa della famiglia fondata sul matrimonio, diritto alla difesa, principio di legalità, diritto al lavoro.
Tutti temi attualissimi, insomma un bella sessantenne.
Sarebbe più belle ricordare queste cose anzichè discutere solo di immondizie.

07/01/08

Il passo delle oche.




Scritto da: Eduardo Caliano Pubblicato da: www.destraitaliana.eu



Un mio giovane amico, già con un decennio e più in An, lo ha definito “un pugno sulle gengive”. Dopo averlo letto io lo paragono ad un pugno nello stomaco, ma di quelli a cui vai incontro in maniera consapevole, quasi a dire me l’ero cercato…
Questa la sensazione che si prova a leggere il libro di Alessandro Giuli (Il Foglio) dal titolo Il passo delle oche - L’identità irrisolta dei postfascisti (Almirante, Fini, La Russa, Storace e gli altri). Il giornalista de Il Foglio riprende lì dove ha lasciato Nicola Rao con il suo libro La Fiamma e la Celtica. Se Rao ha narrato tutta la storia del postfascismo italiano e dell’MSI fino alla trasformazione in An, Giuli tesse la trama della sua critica proprio a partire dalla nascita di An, affrontando la spinosa questione dell’identità, che definisce “pollaio dei valori”, la poca democraticità di alcuni organi di partito, come Azione Giovani, definita Professione Giovani. Scopriamo così che An si può riassumere, purtroppo, in un gruppo umano con tutte le sue ambizioni e debolezze, impegnato in una traversata nel deserto del postideologismo, dalle catacombe missine al pressapochismo (in stile veltroniano) dei valori. Il passo delle oche è, in altri termini, l’andatura senza progetto, un percorso non lineare e rindondante di una generazione politica figlia del postfascimo disposta a tutto pur di entrare nel Partito Popolare Europeo. Nel capitolo dedicato a Gianni Alemanno (il fascista immaginario) ad un certo punto si può leggere: “quando la destra si slabbra nella forma e s’impoverisce nei contenuti, ma non rinuncia ad arare la terra sempre fertile del consenso purchessia, finisce per somigliare a una filiazione sbiadita dell’antico democristianesimo. […] Perchè se la diversità rivendicata dalla destra si concentra nella gestione dell’esistente e nell’ingrassamento delle buone relazioni, su questo piano incontrerà sempre un vecchio immarcescibile gruppo di democristiani più bravi ed esperti”.
C’è da aggiungere altro? Solo un’ultimissima considerazione, contenuta alla fine del testo: “anche An è votata alla diluizione, il banchetto funebre arriverà, Fini è lì per questo. Storace ci ha riflettuto abbastanza”?